14/1/2025
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Quadrature e settlement: il punto di partenza per un buon controllo di gestione
Il mercato Gas & Power è caratterizzato da un elevato livello di complessità e tendenzialmente da un basso EBITDA per le società di vendita. Per la salvaguardia del profitto del proprio business è quindi indispensabile monitorare la marginalità.
Infatti, per analizzare la marginalità e non perdere di vista l’andamento della profittabilità del proprio business e dei relativi KPI, è centrale che ogni azienda non guardi solo ai numeri intesi come valore assoluto, ma è fondamentale anche che analizzi puntualmente soprattutto i fenomeni che impattano su di essi.
Per raggiungere questo obiettivo non è sufficiente quindi un tradizionale sistema di contabilità che ha il compito di registrare “i numeri”, ma è necessario approfondire in maniera analitica “le cause”: è proprio di questo che si occupa il controllo di gestione.
Analisi del margine: quali fenomeni impattano sulla sua formazione?
In particolare, nel mercato Energy & Utilities i fenomeni che impattano sulla formazione della marginalità sono molteplici e di natura differente:
- La natura stessa del mercato che porta con sé una certa complessità strutturale, generata dall’interazione di più soggetti che svolgono ruoli differenti;
- I disallineamenti che si verificano tra le periodicità di fatturazione tipiche dei sistemi di billing del ciclo attivo e di quello passivo;
- Le incongruenze che si verificano tra i dati gestiti dai vari sistemi che interagiscono. Si pensi, ad esempio, ai disallineamenti tra utenze, anagrafiche, dati tecnici, misure ecc.;
- I cicli di fatturazione che sono oggetto a vario titolo di stime;
- I dati tecnici delle utenze;
- La variabilità degli indici che definiscono i prezzi sul mercato.
Questi sono solo alcuni esempi ma che sono sufficienti a far comprendere quante e quali siano le variabili in gioco quando si parla di controllo di gestione.
Per attuare un buon controllo di gestione che permetta di monitorare in modo completo la marginalità è quindi fondamentale considerare tutte queste variabili ponendo particolare attenzione su alcuni aspetti che spesso si rivelano meno considerati o analizzati solo in modo parziale.
Controllo della marginalità: alcuni punti di attenzione
In che misura impattano in media le componenti del conto economico sulla formazione della marginalità?
materia prima
trasporto, distribuzione e dispacciamento
oneri di connessione e commerciali
Chi abitualmente analizza la formazione e l’andamento del margine aziendale, spesso, può essere spinto a considerare la commodity in senso stretto perché vede gli altri costi come “passanti”.
Questo è concettualmente vero, ma, confrontandosi con la realtà dei fatti, solo in un mondo ideale: per effettuare l’analisi del margine, in realtà, è indispensabile considerare tutte le componenti di costo, soprattutto le componenti di distribuzione quali trasporto, gestione contatore e oneri di sistema, ma anche le componenti di trasporto Snam e distribuzione Terna e, più in generale, tutte le voci di costo generate dal ciclo passivo e che, a loro volta, la società di vendita ribalta sulla fatturazione attiva.
Queste, infatti, sebbene il loro delta, confrontando ciclo attivo e passivo, dovrebbe essere pari a zero, frequentemente non lo è proprio a causa degli elementi di complessità già citati in precedenza. È quindi fondamentale avere chiara e tempestiva evidenza di questi disallineamenti: nel migliore dei casi per andare a correggerli, dove possibile, o comunque segnalarli se l’errore è di competenza di terzi o, ancora, monitorarli e rivederli sul lungo termine per fare in modo che tendano sempre più verso lo zero (in questo caso si fa riferimento ai valori oggetto di stima che sul lungo periodo vengono poi rettificati o conguagliati e quindi messi di nuovo a disposizione con dati reali quali, ad esempio, le misure grazie alle quali sono stati calcolati i consumi o i dati relativi al bilanciamento).
Un altro punto di attenzione, sebbene da una prospettiva diversa, sono i costi commerciali. Sebbene ormai i canali online siano utilizzati dalla maggior parte degli operatori che vendono luce e gas, il ricorso a canali più tradizionali quali il supporto di una rete vendita esterna, è ancora molto presente come modalità di interazione con il mercato.
Infatti, anche la gestione del commissioning, ovvero delle provvigioni generate da questa rete vendita esterna, ha un impatto considerevole sulla salvaguardia della marginalità.
L’ammontare delle provvigioni segue logiche di prestazione diverse secondo le quali ogni singolo agente può essere remunerato in base alle attività svolte. Generalmente quasi tutte le società di vendita prevedono un gettone fisso da corrispondere per ogni attivazione di un nuovo contratto di fornitura che mediamente si aggira sui 53 € per ogni singola attivazione di un’utenza domestica.
In aggiunta è necessario considerare che esistono anche le provvigioni definite ricorrenti, generate invece secondo logiche diverse e del tutto definibili dalla società di vendita che mediamente partono da una base di 1,29 €. In questo caso l’impatto sulla marginalità è potenzialmente inferiore ma rappresentano comunque una variabile da considerare attentamente in relazione alla peculiare politica di commissioning adottata dall’azienda e al numero di punti di fornitura attivi.
Risulta quindi evidente quindi come anche questo tipo di voce di costo rappresenti una variabile fondamentale da considerare quando si intende analizzare la marginalità, specie in un settore nel quale i margini risultano solitamente molto ridotti e per avere un quadro esaustivo dell’impatto che le diverse variabili hanno nella definizione della profittabilità complessiva.
Una logica conseguenza della presenza di queste numerose voci di costo è una difficoltà maggiore nel raggiungere il punto di pareggio nel quale ricavi e costi si equivalgono.
È quindi imperativo considerare e analizzare puntualmente ciascuna di esse avvalendosi di strumenti adeguati e specializzati in questo tipo di analisi.
TC2.Cloud Lybra: la soluzione specializzata per il controllo di gestione nella vendita di energia e gas
TC2.Cloud Lybra è la soluzione per monitorare adeguatamente le variabili che concorrono alla formazione della marginalità e che abilita quindi ad un efficiente controllo di gestione. Questo software è in grado di effettuare le quadrature e quindi il settlement, analizzando quindi i fenomeni che determinano i numeri che sono oggetto della contabilità.
Il punto di partenza per effettuare le quadrature sono le fatture attive e passive. L’analisi di quadratura, infatti, va oltre a quello che può offrire un tradizionale sistema di contabilità: non guarda alla singola fattura, attiva o passiva, nel suo complesso prendendo in considerazione, ad esempio, il totale imponibile fatturato o il totale dei volumi fatturati ecc., ma guarda all’analitico di fatturazione ovvero ad ogni singola riga di fattura. Questa analisi viene svolta infatti per:
- Ogni singolo POD/PDR;
- Remi o Zona;
- Competenza;
- Componente di costo;
- Imponibile e volumi per ciascuna componente di costo.
I dati analitici di fatturazione, naturalmente, devono essere normalizzati in termini di voce di costo e di competenza. Questo perché le fatture attive e passive provengono da fonti diverse e quindi i loro dati devono essere uniformati e aggregati in un unico formato che li renda, di fatto, confrontabili.
A questo punto è possibile effettuare un confronto di quanto è “passante”, sia in termini di importi che di volumi per avere quindi subito evidenza di eventuali disallineamenti. Ma di cosa si può avere evidenza?
Si può avere evidenza se un punto è stato fatturato lato passivo ma non lato attivo, ad esempio perché non è censito nel CRM della vendita o, viceversa, se il mittente non l’ha fatturato.
Ancora, si può avere evidenza se un punto è stato fatturato sia lato attivo che passivo ma i volumi fatturati sono differenti, ad esempio perché è stato fatturato in stima lato attivo perché la misura reale del distributore è arrivata tardi, mente il distributore ha fatturato facendo riferimento a misure reali.
Infine, si può anche avere evidenza del fatto se un punto è stato fatturato sia lato attivo che passivo, ma a fronte di volumi fatturati corretti, gli importi sono invece diversi, ad esempio perché è stata applicata una tariffa errata lato vendita o lato distribuzione, andando così a prevedere un conguaglio sul lungo termine, oppure ancora perché i dati tecnici attribuiti alle utenze nei software della vendita sono diversi da quelli censiti nei sistemi del distributore o da quelli presenti in RCU.
Naturalmente, è evidente che non è possibile verificare tutti i dettagli puntualmente, ma un buon compromesso è quello di lavorare per aggregazioni di massima per poter poi procedere, in base alle specifiche esigenze del business, ad esplodere queste aggregazioni con un livello di dettaglio sempre crescente, per arrivare poi ad analizzare il singolo punto di fornitura POD o PDR.
A questo punto, tenuto conto di questi elementi, è possibile analizzare la marginalità nel suo complesso, tracciarne l’andamento ed intervenire dove si riscontrino delle criticità che, in qualche modo, vanno ad impattarla in modo negativo.
Analizzare tutte le voci di costo: quali sono i vantaggi?
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